lunedì 8 settembre 2008

oceano

I was born into the city life
It's all that I've ever known
You know it's rough gettin' round this place
So crowded I can hardly breathe

You can only see about a block or two
In L. A. that's the truth
I'm lookin' for some country life
Some kickin' room no more city life
I want the river.

mercoledì 6 agosto 2008

Estate 2008

Salve a tutti ormai è estate e come avrete capito il blog è in pausa afa!

Io domani andrò qui:











D. invece già sta in questo posto:









Vi auguro felicità e caciocavalli! Per rallegrarvi vi lascio con questa bellissima prosa tratta dalla favola campana di Antuono e l'Orco:

-che ci fai in questa casa, pane maledetto? Squaglia, pezzo di malarnese; vattene, maccabeo; scompari, seminaguai; levamiti davanti, mangiamarroni, chè mi fosti cambiato nella culla e al posto d'un pacioncello bello e vispo mi son ritrovata un maialone pappalasagne!

domenica 13 luglio 2008

-l'ordine è questo, dicovelo io, sì, quattordici anni di nuoto. la piscina comunale della valle di dragojesolo era incredibilmente tornata vecchia, come si fosse scrollata di dosso i lavori di ristrutturazione, si sentiva troppo bianca, che ne so. meglio tornare marrone legno scuro covando in sè umidità e retrodore variegato alla muffa. sì ! era prorpio così, la piscina vecchia. non mi ci interrogo nemmeno, perchè è incredibile come in queste situazioni tutto abbia un senso incredibile, anche quando parlo con una amica non più troppo amica che dichiara che quella domenica non farà la gara, perchè sì è a milano, ma per altri motivi. capisco che la gara è a milano, non ho mai fatto una gara di nuoto a milano in quattordici anni, ma sicuramente le cose sono cambiate, non a caso la piscina è tornata vecchia, se non è un cambiamento questo. l'unica è che nessuno fa più gli scherzi delle scarpe nascoste, che all'epoca c'era questa scarpiera all'entratad egli spogliatoi, e si prestava bene al divertmento. e, perl'appunto, tutto cio' ha un senso CHIARISSIMO. me ne torno a bologna. non che mi ricordi quando esattamente io l'abbia deciso, o chesso', un motivo, no, me ne torno a bologna e basta, che è evidente che io debba accompagnare delle persone in stazione, perchè effettivamente lo sto facendo. stiamo attraversando la strada per andare verso il piazzale, ma io sono una burlona!, e allora mollo la mia gente li e salgo in macchina, perchè non andarsi a fare un bel giro a caso per la città? mi sono sempre lamentata di mia madre troppo angosciata per farmi guidare al di fuori della valle di dragojesolo. e allora via per delle strade mai viste, tanto che vorrei pure girarmi in uno spiazzo e magari tornare indietro verso rotte conosciute, ma la mia distrattezza mi fa proseguire mancando lo spazio e introducendomi a rotte nuove. tanto che giustamente rallento e mi aggiro con più circospezione, quasi mi fermo per far passare dei bimbi ma mica avevo voglia proprio di fermarmi, mettere la prima e tutto, allora al volo riprendo lo slancio e proseguo, sempre costretta ad una guida molto accurata e felina. papapapapapatatatlalalalalalalapapapapaa -sì? -oh, bimbamix è arrivata una multa -ah! sentiamo, per? -mancata data precedenza e guida eccessivamente insicura -ottimo, ciao mamma , sono sempre velocissimi quando devono mandarti dei soldi da pagare, neh. quindi ho una multa e non ho assolutamente idea in che cazzo di parte sono finita di bologna, le fattezze son da centro città ma la città non è quella che conosco: parcheggio in un buco e salgo sulla mia bici, che efficente come sempre si trova già dove deve essere. ti voglio bene bicicletta! entro in piazza dei bottoni, mi guardo in giro un attimo, giusto il tempo necessario per capire che piazza dei bottoni non dovrebbe esistere, perlomeno non nella mia geografia bolognese. è una piazza immensa e chiusa su tutti e quattro i lati (vi si entra per un piccolo archetto in uno dei lati), i quali sono interamente ricoperti da mosaici parecchio deturpati ma che lasciano intuire dei disegni con qualche colomba e molti tasselli verdi. l'unica cosa che sto pensando è che al negozietto subito fuori l'entrata della piazza ho comprato un cd che anche la mia amica valeria sicuro deve aver comprato in questo posto, ed è realmente l'unica cosa che sto pensando. un vortice spazio temporale, o le mie abilità teletrasportatrici mi smaterializza per ricompormi nel bianco abbagliante di una scala condominiale, con grandi finestroni larghi che fanno entrare luce ma impediscono di vedere all'esterno. quindi sono nel bianco, con kevin bacon. non è una bella situazione, a meno che qualcuno non trovi piacevole trovarsi in compagnia di una persona palesemente affetta da qualche squilibrio mentale o semplicemente vogliosa di compiere qualche omicidio. è un'inquietudine folle quella che mi prende - che facciamo, allora? e mi mette sotto al naso foto orribili, di ragazze completamente tagliuzzate ovunque e morte dissanguate oppure di ragazze stecchite da scariche elettriche passate attraverso piccoli condotti attaccati in svariati punti sulla pelle con piccole mollettine. sono fortunata in fin dei conti, possibilità di scelta è una cosa che spesso e volentieri non si ha il lusso di avere nella quotidianetà, figuriamoci che pacchia un catalogo fotografico di morte. possibilità di scelta, sta che le cose tra me e kevin cambiano. siamo attratti, cose torbide, voler conoscere il proprio futuro assassino, le cose da film: kevin mi parla, vuole parlarmi, piccolo esserino turbato in giovane età. -che classe fai te? -veramente sto al secondo anno di università, perchè mi chiedi cio' Piccolo Kevin? -sai, io sono ancora in quarta superiore -si incupisce e rattrista- non sono mai riuscito a farmi promuovere, tutti dicono che sono matto, che ho dei problemi, che sono un individuo strano. io ovviamente affascinata e intenerita mi muovo verso Piccolo Kevin, che steso a terra pancia in giù e mani sotto il mento si presta a dolci carezzine di conforto -noo non dire così Piccolo Kevin, non sei matto, Piccolo Kevin, non preoccuparti, Piccolo Kevin.. ed è così che vedo la sua testa prima e il suo corpo a seguire mutare in una forma più geometrica e trasparente, esattamente mi ritrovo ad accarezzare una bottiglia di acqua naturale guizza stesa in orizzontale, ne sento il fresco del liquido sotto la plastica; nooo Piccolo Kevin, e continuo la mia cura amanuense, e il clima di mutazione permane, la bottiglia comincia a sciogliersi sotto le mani finchè quello che sto accarezzando non è che una pozza di spaghetti all'olio. questo è il vero terrore signori, il terrore più folle mai provato, penso a più cose da fare: buttarli in un cestino, buttarli in un tombino, ma ho paura questi possano correre tanto quanto me, e nel frattanto strisciano languidi sulle mie gambe per cercare una via d'entrata nel mio corpo, la più vicina si indovini qual'è. allora scappo, scappo, alla mia sinistra vedo gli alti muri di piazza dei bottoni, aumento la forza sulle gambe e senza trovare la bicicletta attraverso una strada col semaforo rosso.




mercoledì 2 luglio 2008

Anticipazioni: Beck - Modern Guilt

Lunedì 7 luglio uscirà il nuovo album di Beck: Modern Guilt. Dopo tre/quattro ascolti posso dire che è molto più a fuoco ed interessante di Guero e The Information.

In Modern Guilt Beck evita la maniera dei due precedenti cd e, aiutato dalla geniale produzione di Danger Mouse, si concentra su sole 10 canzoni per il totale di 30/40 minuti di album. Le canzoni sebbene siano un po' diverse le une dalle altre sono coese da un sound particolare a volte più elettronico e a volte più suonato e tendente alla psichedelia sixties, ma tutto carico di bassi e timbri particolarissimi.

Qui una gustosa anteprima che analizza brano per brano!

Cronache di Garbatella Ep. 001 - Il Duplicatore

Intro

Ebbene si per la gioia di tutti (tutti chi!?) inauguro questo spazio di cronache sul quartiere di Roma dove sono nato e dove vivo tutt'ora, ovvero la Garbatella!! La conoscerete per i Lotti, Caro Diario, i Cesaroni bla bla. Ma nessuno vi ha mai detto che Garbatella fa parte della Repubblica Popolare D'Ostiense, in cui è compreso tra l'altro anche il quartiere San Paolo già ben descritto in alcune cronache di questo oscuro signore. Ecco ora lo sapete.

Il baretto


Come diceva BABBO -la mia destinazione è il baretto! e spesso proprio il baretto è la destinazione che d'estate io e il mio amico Dario prediligiamo. Dopo cena ci facciamo una passeggiata osserviamo il grotesque che ci circonda sempre più e ci sediamo al bar Foschi a prenderci qualcosa di rinfrescante, ammirando la struttura del Palladium e altre strutture tipo l'enigmatico palazzo Proietti Mobili o il sushi cinese. Ma la fissa vera è notare persone di garbatella che di giorno non noto mai bene: coatte 13enni un po' ciccione, coatti antichissimi ormai 40enni, ma bruciati da non si sa quale droghe, coatti col cane, cose così... tutto però rilassato e sereno, non c'è quella obtusa tensione da quartiere periferico. Anche se in realtà si aspetta sempre il personaggio veramente eccentrico e leggendario, che prima o poi appare.

Difatti stasera da Foschi mentre parlavo con Dario di true bypass (una cosa che ti fa veramente bypassare il cuore! così suona meglio quando batte) passa un tipo assurdo: non saprei come descriverlo, credo avesse tra i 30 e i 40 anni, aveva un aspetto viscido e da nerd paranoico, ma era vestito tutto preciso e si muoveva a scatti. Dario lo nota e mi dice tutto esaltato -aah ma questo è uno assurdoo e subito mi racconta la storia di questo tipo.

Il Duplicatore


Ora che sia una storia vera o un parto della fantasia di Dario non me ne frega niente, è una storia stupenda e che si adatta benissimo all'aspetto del personaggio che mi sono visto passar davanti. Dario esordisce dicendomi che il tipo in questione dà mille euro al mese alla videoteca qui a Garbatella. Che senso ha questo obolo mensile alla videoteca? Beh facile! Quest'uomo si noleggia una marea di dvd al mese, ovvero tutte le novità che vengono messe a noleggio ogni volta, e non per vederseli! Solo per copiarseli!! E non in maniera rozza poi! Infatti il nostro caro Duplicatore i dvd se li copia meticolosamente, fotocopiandosi le copertine e tutto quanto, fino ad ottenere un vero e proprio duplicato del dvd da stipare insieme ad altri millemila duplicati. Un collezionismo no-sense da maniaci folli. Ma spaventa ancora di più pensare che un suo senso il Duplicatore potrebbe averlo! Egli infatti duplicando ogni dvd della videoteca ha creato un backup fisico della videoteca stessa! Se questa un bel giorno chiudesse, tipo per un invasione di molluschi, potrei continuare a noleggiare gli stessi dvd proprio dal Duplicatore... è logico quindi che lo scopo del Duplicatore è doppiare la videoteca per poi un giorno prenderne posto!!!


TERRORE!!


RACCAPRICCIO!!


ULTRACORPI!!


SIMULACRI!!!!!





martedì 1 luglio 2008

Mamma che afa! Mettiamo su un po' di Musica Fattona!

L' afa di questi giorni mi costringe ad ascoltare spesso due album che secondo me hanno molto a che fare col caldo, il sudore e lo smorfinamento, anche se non c'entrano nulla tra loro!


Ora facciamo che avete appena pranzato e state cercando di digerire soffrendo il caldo, bene! Stendentevi sul letto a boccheggiare ascoltando Directions To See A Ghost dei Black Angels e presto avrete come la sensazione di stare fatti di qualche sostanza smorfinosa. La pressione bassa causata dal caldo e la musica psichedelica di questo fattonissimo gruppo di Austin, Texas (terra di Bush.. ma anche dei bruciatoni!) vi renderà dei veri apatici bohemienne!! Ossessivi e sudaticci i Black Angels riescono a creare un viaggio fatto di rock psichedelico di tipo ipnotico/ripetitivo stile Velvet Underground/Spacemen 3, ed un attitudine vicina anche ad altri eroi texani come i 13th Floor Elevator. Directions To See A Ghost è un discone a parer mio, roba da top ten 2008! Psichedelia unica via!


Una domenica proprio ascoltando i Black Angels sono andato in stato comatoso e mi sono risvegliato tipo alle sette di sera rovinandomi la giornata ormai passata, faceva ancora caldo mi dovevo riprendere e allora ho messo su una delle novità più spinte in questo 2008, l'album Los Angeles di Flying Lotus. E di botto tutto diventa lento, sfocato, sincopato e dilatato -CAZZO E'!? mi son detto sconvolto.

Flying Lotus è Steven Ellison giovane californiano veramente talentuoso autore di roba ritmica strumentale tra hiphop ed elettronica. Roba per niente convenzionale, per certi versi vicino a Prefuse73 o a certi strumentali del compianto J Dilla/Jay Dee, ma fidatevi usa suoni tutti suoi e li stratifica in maniera particolarissima. Los Angeles (appena uscito su Warp) è un pastone di bassi che si appiccicano a terra, ritmiche blobbose e jazzate attraversate da viscosi campionamenti e suoni digitali che entrano ed escono senza soluzioni di continuità. Una cosa dannatamente complicata al primo ascolto, ma che presto si rivela veramente bella e godibile (non tutti gli esperimenti si rivelano belli e godibili, anzi!) specie ora che l'afa permette di entrare con molta più facilità attraverso suoni di questo genere... tipo quando l'asfalto ti si scioglie sotto ai piedi e sei stordito dal sole.

Ah un ultima cosa, la copertina di Los Angeles mi fa paurissima, che cosa rappresenta? HO PAURA!

domenica 22 giugno 2008

Dissonanze ‘08 Parte Seconda – Cronache Dall’Eur

Nella prima parte del reportage su Dissonanze mi chiedevo –a che serve parlare di un evento ormai così lontano? NON LO SO! Però mi va di scriverne. Perché è stata una bella esperienza e la voglio condividere con voi, o miei discepoli!

Il secondo giorno inizia subito alla grande con il concerto dei Cluster, storico duo tedesco anni ’70 dedito a roba elettrokrauta gustosissima! Prendo posto in un Aula Magna ancora mezza vuota (o anche mezza piena) e dopo poco salgono sul palco due vecchietti che con grazia e tranquillità iniziano a manipolare mille aggeggi elettronici, pilotando la sala dell’auditorium verso un trip cosmico di suoni, melodie e drones. Ho chiuso gli occhi e mi sono lasciato sospendere nello spazio creato dai Cluster, mentre questi alternavano momenti caotici e primordiali a melodie celestiali risultando mai noiosi e facendomi viaggiare come poche volte mi era capitato in un concerto. Roba che azzera ogni Murcof del mondo, tant’è che finiti i Cluster mi riprendo un attimo dallo stato di semi-sonno e snobbo il talentuoso, ma soporifero, messicano perché su in terrazza sta per iniziare The Bug (il progetto grime/dubstep di Kevin Martin, mica coriandoli e barbiturici!) dove mi aspetta anche d. !!

Senza tanti preamboli The Bug è stata una delle cose più fiche di questo Dissonanze e quasi tutti quelli che l’hanno visto ne sono diventati fan, proprio come mi era accaduto quando lo vidi nel 2003. Per questo vi recupero dal mio primo naifblog la descrizione del live di The Bug:
ecco inizia The Bug, progetto di Kevin Martin inglese dedito ad industrial-dub e noise, che stasera proporrà la sua versione del dub-ragga dancefloor. Il risultato è un ritmo spezzato che ti cade addosso come un macigno, bassi così distorti e caldi da sciogliere le pareti, vocalist/toaster indiavolato... insomma la devastazione totale!!!!


Bene adesso siamo nel 2008 e uno dei generi più hype è il Dubstep, io nel 2003 inconsapevolmente avevo assistito ad un set grime/dubstep senza sapere che roba fosse, quando si usava solo (e almeno in Italia pochissime volte) la parola grime… ora magari pensate che The Bug nel 2008 sia qualcosa di meno sorprendente ed esaltante, invece no! Spacca lo stesso! Anzi! Spacca il doppio dato che ora va in giro con due vocalist, un uomo e una donna (Warrior Queen), che aggiungono molta più varietà e colore al tutto e magari perdendo un po’ la parte sperimentale ci si guadagna in quella di ballo e divertimento. Così io e d. e anche altra gente attorno ci siamo messi a ballare su quelle strane panche di cemento che stanno al centro della terrazza saltando come dei tamarri. Insomma Kevin Martin uber alles!!

Finito il set non ricordo se io e d. siamo rimasti in terrazza o siamo scesi, in ogni caso dopo poco abbiamo ripreso posto proprio in terrazza per uno degli eventi più grandi di Dissonanze ovvero Brasilintime! Una mega jam tra due storici batteristi jazz-rock brasiliani (Ivan “mamao” Conti e Joao “comanche” Parahyba) due dj super virtuosi (J-Rocc degli xcutioners e Dj Nuts) e il genio del’hiphop contemporaneo il produttore/rapper/etc. Madlib! La cosa bella è che stasera come ospite speciale ci sarebbe stato nientepocodimenoche il re del ritmo afrobeat lo storico batterista di Fela Kuti: TONY ALLEN! Insomma un delirio ritmico.



Il primo a salire è Dj Nuts che intrattiene il pubblico mettendo di tutto, dagli ’60 ad oggi passando per ogni cosa in cui ci fosse del soul o del funk (pure roba italiana ’70), per dare tempo di sistemare il palco. Dopo un attesa ormai estenuante ecco che salgono a turno i due batteristi brasiliani, J Rocc e Madlib (non ricordo in che ordine) ed iniziano ad improvvisare ritmi impossibili da suonare a cui non si può resistere. Da qui in poi, anche se spesso lo sguardo si ferma a vedere le prodezze dei batteristi, le gambe non smettono più di muoversi. E’ un vortice di beat e di groove di tutti i tipi e quando dico tutti i tipi intendo proprio TUTTI. L’interazione tra i dj, i suoni matti di Madlib e i batteristi si affina sempre di più, formando un corpo più unitario e sensato. Proprio nel momento di maggior affiatamento sale sul palco Tony Allen che prende posto in una batteria che si trova proprio nel lato del palco dove sto io! Così rimango ipnotizzato dal suo drumming torrenziale, sempre elegante e leggero, ma tribale e rutilante. I ritmi diventano ancora più rocamboleschi e potenti con J Rocc che spesso va ad incitare il pubblico e il pubblico che in massa risponde! E ritmi ritmi ritmi e ad un certo punto non ce la facciamo più! Io e d. ci ritiriamo dietro per vederci il bis da lontano sorseggiando un po’ di birra e preparandoci per il prossimo grande evento, giù al Salone Della Cultura suoneranno i Model 500 di Juan Atkins colui che inventò la techno!

Quando arriviamo nel mega salone Erol Alkann (eroe del mash-up) sta mettendo gli ultimi due pezzi, roba potente, per un dj set che credo mi farebbe piacere poter ballare un giorno! Finito il set il Salone per fortuna si svuota del vario coattume che ovviamente stava ballando prima al suo interno. Così possiamo prendere posto al centro e goderci l’orchestra techno di Juan Atkins! La parola orchestra non è usata a caso dato che sul palco si presentano in quattro ognuno alla presa con uno strumento analogico (niente pc) Juan alle line di basso, vocoder e arpeggi Mad Mike Banks alle tastiere e altri due negrophuturo stupendi di cui non ricordo il nome che curavano aspetto ritmico e mixing! Non so bene come descrivervi lo show se non con parole come Detroit, techno-soul, e i Kraftwerk techno. Suonavano pezzi veri e propri nessun megamix, quindi pause tra una canzone un'altra con parlati incitanti e (per me) commoventi del grande Atkins. Si alternavano canzoni electrobreakbeat con vocoder e piani jazzati a pezzi dritti con pad da autostrada del phuturo. Si c’era il sapore retrò della prima techno, ma non è stato un revival patetico visto anche come ben ha reagito il pubblico delle prime file. Insomma si è assistiti ad un pezzo di storia della musica dance, altro che minimalnoia!

Ma non finisce qui, nonostante sia io che d. abbiamo ormai le chiappe e i piedi a pezzi (fra le altre cose degli imbecilli-fattoni hanno avuto la simpatica di idea di pestare il pollicione a d.) decidiamo di resistere per il dj set finale di tutto Dissonanze: CARL CRAIG! Un altro vero negrofuturo della techno e dell’house che non potevamo perderci! Il salone della cultura si riempie fino all’inverosimile e Craig accontenta tutti con un dj set scuro e potentissimo (come va di moda dire oggi: che legna!) impreziosito da suoi interventi vocali fomentanti e da squarci ambient che creavano una tensione malata sfociante in beat ancora più massicci. I ricordi si fanno confusi perché la stanchezza era tanta, ma ricordo benissimo un momento tesissimo, senza cassa, tirato fino allo spasimo così che quando è ripartito tutto il pezzo tutto l’Eur stava per implodere!!!

I raggi del sole filtrano dentro le vetrate del Salone ci sentiamo soddisfatti e decidiamo che la missione era stata compiuta! Si torna a casa distrutti, con il set di Craig ancora non concluso, ma felicissimi di un edizione di Dissonanze che finalmente pare scrollarsi di dosso con decisione la nomea da evento per fattoni che si era fatto il festival negli ultimi anni, riuscendo ora a coniugare in maniera migliore ritmi ed avanguardie elettroniche.

venerdì 20 giugno 2008

ant-shirt

un titolo dalla dubbia simpatia, solo per mostrarvi con orgoglio la mia nuova canotta fattami stampare in una stamperia in via marsala a bologna, con prezzi ottimi e qualità altrettanta.



insomma, un giorno dalla newsletter anticon venni a sapere che v'era un contest per trovare la nuova maglia ufficiale dell'etichetta. tralaltro come lauta ricompensa offrivano una cosa come tot cd e tot vinili dal catalogo, inutile dire che mi sono arricciata all'istante. subito ne parlai ad un ragazzo sfizzeroh bravo in queste cose che fece il suo lavoro.. dopo parecchio tempo dall'invio, non vedendo nessuna news a proposito sul sito, scrissi a mr. hiphop (ebbene, sì). alla mia domanda "avete trovato un vincitore?" mr. hiphop mi rispose: "non abbiamo ancora trovato nessuna maglia che ci soddisfi", allora ho stretto i tempi e me la sono fatta fare per conto mio. è bellissima, anche se la scritta mi scompare sotto le tette quando sono in piedi. ( o ) ( o ) , queste sono per te, mr.HH.

domenica 8 giugno 2008

le migliori canzoni del mondo #002



perchè di un disco come Rounds dell'adorabile Kieran Hebden mi sento di poter eleggere l'ultima traccia, Slow Jam, come meritevole di entrare in questa nostra rubrichetta?
come se non fosse una scelta ardua: dei dieci pezzi ognuno avrebbe la potenzialità di essere a turno la canzone preferita dell'album, e forse sta anche qui il trucco.
volevo provare a spiegare una cosa, arrivarci chiudendo il cerchio è una realizzazione con un senso.
le sensazioni provate durante l'ascolto di un disco solitamente sono una cosa molto personale, ed è insindacabile; finire (nella visuale di chi l'ha fatto) un disco facendo provare esattamente in un sol pezzo tutto quello che si è ascoltato precedentemente, rientra sempre sì nella schiera delle sensazioni personali provate da qualcuno, ma è anche per l'altro 50% strettamente legato al contenuto effettivo del disco. in Slow Jam c'è tutto Rounds, dovessero mai chiedermi "com'è questo disco?" e mi trovassi senza il tempo e la voglia di rispondere, direi semplicemente "è Slow Jam".
perchè è il Four Tet dei suonini, dei taglia e cuci e -per versi- della leggerezza, questo, prima di volersi riscattare dalla parte di folkinotronichino con le allucinazioni più geometriche del successivo (sempre bellissimo! oh, ma sbagliasse qualcosa!) Everything Ecstatic.
in Slow Jam gli arpeggi di chitarra, le lucine sotto forma di suono, la felicità e la malinconia/tristezza sono un tutt'uno a formare una chiusura da non toccare. da ammirare e continuare ad ascoltare, perchè dopo la chiusura (del disco, che è stato esattamente quello che si sta ascoltando ora), quello che viene dopo è come un giorno appena iniziato, aperto, siano le nove di mattina o le dieci di sera.

pensavo che avrei potuto scrivere semplicemente due righe due, imputanto il motivo della mia scelta allo squekke! della paperetta giocattolo che la primaprima volta non te l'aspetti, e provi a toglierti le cuffie dalle orecchie per capire da dove il suono provenga. vabè, pazienza.



curiosità: questa canzone è stata usata per un commercial della nike nella campagna del 2001. non riesco a trovarlo, se mai qualcuno lo rintracciasse, lo segnali! graz!

venerdì 6 giugno 2008

Dinosaur Jr live @Circolo degli Artisti, Roma

DINOSAUR GIUGNO


Ok dai non ce la faccio a non parlarne.

J Mascis orrendo mezzociccione coi capelli sbiancati, Murph 45enne USA a torso nudo, Lou Barlow inaspettato pischello hardcore ed unico "bello".

I tre salgono e attaccano subito con Feel The Pain. Ora ok già sapevo che facevano anche i pezzi anni '90 (quelli senza Barlow), ma WAAAH! Che ficata di inizio! I feel the pain of everyooone, then i feel nothing... frustrazione e sfoghi.

Dopodiché attaccano con una delle mie preferite di sempre Out There da Where You Been (per me il più bell'album dei Dino anni '90). E' li che preso dall'euforia vado verso le transenne di un Circolo pienissimo! Purtroppo mi ritrovo in mezzo a un pubblico un po' del cazzo che pogava male e a caso. Lo faceva pure durante gli assoli coatti e interminabili di Mascis. Certe volte mi ci buttavo pure nel pogo, con lo scopo di fare del male ai fessi, ma non sentivano niente allora ritornavo nello scomodo ruolo di molla/respingitore di fessi.

Tranne quest'inconveniente il concerto, come avrete potuto intuire, è stato veramente esaltante. Mascis in mezzo a tre stack di Marshall enormi che sparava la sua chitarra a tutto volume e che comunicava solo suonando la sua chitarra da vero metallaro introverso qual' è. Murph quadrato e utile nel dividere Mascis da un Lou fichissimo ed hardcore con basso sotto le ginocchia che oscilla, mentre lui lo sgratuggia con mosse tipo braccio che gira. Ad ogni urlo di Lou il cuore sobbalza.

Stupenda Just Like Heaven, bellissimo il bis con Mascis che presa un altra chitarra ottiene un suono migliore e più pastoso che ha permesso la riuscita spettacolare di the Wagon e Freak Scene. Altri momenti epici una Yeah We Know quasi sludge, Little Fury Things assordante vortice e poi una divertentissima Been Here All The Time il singolo del riuscito reunion album The Beyond.

La fine è scontata: si esce dal concerto con le orecchie fischianti (sei amplificatori marshall a palla mica ti lasciano indenne), sudati e provati.

Insomma:

SAPIDO RuUOCK!!!


Disclaimer:

Le foto fatte non so dove ma non al Circolo, sono le uniche belle che ho trovato e sono tutte opera del tipo che gestisce questo bel blog.

giovedì 5 giugno 2008

part of the weekend never dies, 1 giugno .

intervengo in questo mio blog a metà solo per evitare che vada alla deriva, visto che il socio in affari non s'affretta a scrivere la seconda parte del resoconto dissonanze. tzè ! e se puo' essere lecito chiedere "embè, perchè non lo fai te?", la risposta è semplicemente che lui lo farebbe mille volte meglio e noi per voi vogliamo solo il meglio. vi va?

domani devo ripartire per bolobologna, ho già posticipato di un giorno la partenza per poca voglia e tempo infame, ma la situazione ancora non sembra cambiare. il mio ritorno a jesolo in parte è stato anche dovuto per non mancare ad un atteso appuntamento FIZZO ENTERTAIMENT! yeh ! gli eventi al faro li amo sempre ed incondizionatamente, e questo turno toccava ai belgi fratelli Dewaele, noti a noi tutti come Soulwax. la cornice del giardinetto del Terrazzamare , bel locale (lo adoroh!) al faro di Jesolo, ha ospitato un live carichissimo e appetitoso dei due, che oltre a rivisitazioni di pezzi dei loro precedenti, hanno spiattellato per noi danzatori pazzi alcolici (ssssìììì!) perle d'amore varie in salsa electro per farci sculettare a più non posso. esemplificativo puo' essere un mio essemesse mandato al detentore dell'altro 50% di codesto spazio: "yeeeeeeeeeeeeeeeh qui è bello robot rooooock yeh !", decisamente in preda ad alterazioni alcoliche (ma nemmeno troppo, la fortuna è che ero borderline da quattro giorni, prezzi assurdi della gran minchia "così modificati in occasione del concerto"). i Nostri dal vivo, non c'è che dire, sanno tenere impegnati i presenti, tutto sommato carino assai anche se non ne sono impazzita del tutto, ragionamenti a mente riposata. punto debole della serata il delirio di zanzare che hanno banchettato con noi tutti, ed io ancora non dormo la notte in preda a dolori e pruriti, le mie gambe ora orgogliosamente possono sfoggiare bozzi rossi ovunque contornati da graziosi ematomi neri. alla fine di tutto (PRESTISSIMO! ORE 22.30/23.00) in teoria dev'esserci stata la proiezione del filmdocumentario Part Of The Weekend Never Dies, curato da Saam Farahmand e dagli stessi Soulwax. ma io non lo so perchè..

.. perchè io dico maaaaa .. continuiamo !

io che sono una ragazza mai stanca e facile da spostare (novvero!) dopo essermi fata una corsa in scooter dietro al miglior ragazzo del mondo - zozze - ed una bevuta con tanto di bottiglia in pezzi sui miei piedi (ovviamente non avevo scarpe MA sandali) in piazza mazzini, ecco che con valeria (mia ecs coinquilina a padova, lo so che non ci frega, ma mi passo il tempo a scrivere intanto) mi avvio in bicicletta verso il MURETTO, discoteca di punta conosciuta da chi loves to dance abbastanza ovunque, per il set dei fratelli in veste 2ManyDj's, loro vestaglia dancefloor. arrivo li già in preda ai crampi essendo la ruota davanti della mia bicicletta estremamente bucata, sorpassiamo con gran classe la folla ammassata davanti alle recinzioni e entriamo con il nostro bel invito omaggio, tsktsk. ora non mi dilunghero' come il nostro nonnino giuliano veronese, che per tot tempo infinito ci ha propinato le sue housettinenoia, e passero' subito alla pazzia belga, passiamo ! insomma, i 2manydj's col trash amano andarci a braccetto e lo fanno senza timori, e te ti ritrovi in mezzo a tutta questa trashaggine e pensi che sia bellissimo. anzi, pensi che è bellissimo, in quanto il trash fa sbagliare i congiuntivi. per non dilungarmi [pt.2] vi dico: CHE CONFUSIONE, SARA' PERCHE' TI AMO!, e poi cassa dritta dal nulla; tutto random, solo che poi cominciano le cose tipo i remix brutti degli hot chip e allora ti senti un po' sconsolato. balli comunque come uno scemo, ma il mood è antalenante tra il "oddio è troppo pacchiano" e il "evviva, è così pacchiano!". quindi nel totale, medi e divertenti da morire. lo so, voglio racchiudere in un sol giudizio due pareri opposti, ma vedete che mi riesce ? lo so.

.. così forse tengo impegnati un pochino i tappeti eterei in attesta della garbamaffia to rule the entire world. (modo senza senso per dire, magari prima o poi ce lo posterà questo finale di resoconto!)

io ho un po' di cose da mettere giù per bene, soprattutto ho una gran voglia di parlare un po' dei SUBTLE e delle cose assurde che vi si celano dietro, grazie alla mente di un tale schizoide named Dose One. ho anche un altro progetto in caldo, che vi metterà a conoscenza della mia vera essenza. (sì, sono una frikkettona spirituale quando parlo così).


mercoledì 28 maggio 2008

Dissonanze '08 Parte Prima - Cronache dall'Eur

A che serve scrivere a distanza di tempo quel che è accaduto nella bella cornice del Palazzo dei Congressi Dell'Eur durante il festival di musica elettronica Dissonanze? Cazzo ne so. Però eccovi le mie cronache:


Il primo giorno inizia in Aula Magna (un gran bell'auditorium) con le bizzarrie sciamaniche di Charlemagne Palestine che si presenta in camicia hawaiana a fare drone urlandoci sopra come uno stregone in preda all'estasi. Mi godo un po' la pazzia del tutto finchè la noia non prende il sopravvento e raggiungo d. su nella Terrazza dove si sta esibendo Prefuse73. Anche Prefuse impazzito, invece di maneggiare il suo fido campionatore+tastiera imbraccia una chitarra su cui improvvisa dei noise sopra le sue belle basi (rese potenti da un ottimo batterista live). La sensazione è quella di un concerto a metà, dato che la sua chitarra mal si accosta con il suo hiphop strumentale e le parti migliori sono quelle in cui si fionda sul campionatore. Insomma sottotono (sotto effetto stono).

Finito Prefuse scendiamo di sotto sempre in Aula Magna per spararci un po' di jappo avantguardia minimalista di quel genio di Ryoji Ikeda che, accompagnato da degli ottimi visual monocromi strobo gestiti da lui, ci spara scansioni ritmiche frenetiche fatte di puri toni e rumori con frequenze al limite dell'udibile e a volte anche della sopportazione. Il tutto era così cafone da risultar fomentante e infatti c'eran dei pazzy che scapocciavano sotto al palco come fosse un rave. Forse era un rave!

A quel punto era ora di BALLARE! Così io e la d. andiamo a ricevere dei bei bassi dal dj set del dubstepparo Pinch, il primo a mettere i dischi nella mega dancehall del Salone Della Cultura. E cavolo finalmente ho ballato del Dubstep!! Peccato che la maggioranza della gente (vari coatti e discotecari) che stava lì era smarrita e non ballava! Immaginavo il loro cervello computare i seguenti ragionamenti: no cassa dritta - percussioni lasciano troppo spazio riempito da strani sub bassi - non è drum'n'bass - aiuto! Insomma annaspavano come pesci fuor d'acqua.

Dopo Pinch ci rispostiamo in Aula Magna per vedere l'inizio dell'improvvisazione tra Stephen O' Malley, Nico Vascellari e John Wiese. Secondo me sta perfomance era una chiavica: O' Malley faceva dei suoni NORMALISSIMI per esser uno che è solito produrre cose tipo raggi gamma che balenano nel buio alle porte di Tannhoiser. Poi Vascellari incappucciato urlava senza senso e Wiese dietro ai suoi macchinari elettronici forse cercava di fare cose belle, ma in pratica non si sentiva. Insomma zero drone belli e nemmeno rumore veramente potente.

Fuggiamo per tornare nel discotecone della cultura dei coatti, giusto in tempo per goderci un live che si è rivelato tra le cose più belle di tutto Dissonanze! Il live dei Cobblestone Jazz !

Quello dei Cobblestone Jazz (tre giovini canadesi tra cui il genietto Mathew Johnson) è stato l'unico live set di dance attuale che abbia mai visto, nel senso che i loro suoni e lo sviluppo dei loro pezzi risente di tutta l'ondata minimal del 2000 (che ormai ha perso smalto diventando noioso) , ma al contrario di tutti i dj odierni il loro live set è un LIVE SET VERO. Quindi non un live set fatto con Ableton Live, ma un live fatto con svariate macchine analogiche, mixer, pc e tastiere. Come nella tradizione acid-house-electro, ma spaziando in un loro personale mix che va dalla deep-house alla minimal tenendo sempre a mente alcuni suoni delle prime cose techno, e ovviamente c'è il jazz. Non immaginatevi però jazz tipo il nu-jazz dei Jazzanova, è un influenza subdola quella del jazz e si manifesta nel loro approccio totalmente improvvisativo.

Immaginatevi due tizi alle macchine e uno al piano elettrico (uno stupendo Fender Rodhes) e vocoder che se ne partono con bassline, drum machine e synth di un pezzo (ad esempio la ballatissima India In Me) con il quale poi viaggiano per 10 minuti abbondanti sondando ogni possibilità, ogni cambio, ogni interazione che ci può essere tra loro tre su quei loop iniziali. Così accade che dal nulla appaiono violente 303 mai esistite, nuove linee jazzy e spaziali di Fender Rodhes, botta e risposta tra synth e vocoder etc. I Cobblestone fanno tutto questo divertendosi (e facendo divertire) come matti, senza mai un attimo di pretenziosità! La gioia! Insomma un interplay pazzesco che se magari accade nel mondo dell'elettronica più avanguardista è rarissimo vedere in quello squadrato e seriale della dance che di solito si limita ad una riproduzione più estesa e potente dei pezzi già conosciuti su disco. The Phuture.

Finiti loro concludiamo la serata con Caribou (già Manitoba) progetto di Dan Snaith un eclettico musicista candese uscito fuori nei primi 2000 insieme a Four Tet quando impazzava la moda folktronica. Assistetti ad un suo live proprio in quel periodo e girava con una formazione a tre dedita ad un trip elettronico hippie e coloratissimo, allegro e fuzzettoso, con una doppia batteria sghemba, ma efficace. Adesso se possibile è pure migliore! La formazione con cui gira stavolta è a quattro, un tipo fisso al basso, uno alla chitarra (e anche ai synth se ricordo bene), Dan alla chitarra, synth, macchine e percussioni e sopratutto un fenomenale batterista nero direttamente uscito da qualsiasi cazzutissimo gruppo funk-soul dei primi '70. Il risultato è sempre un trip elettronico come 5 anni fa, ma più tribale tipo ultimi Boredoms, con melodie più marcate e ben suonate, il tutto condito da dei visual veramente spettacolari che mi hanno fatto uscire fuori di testa. Nulla di innovativo, ma è un gioione-hippie che non si può non amare.


E' Finita La Comedia

Dopo ci sarebbero stati i Booka Shade (il cui Movements ci era piaciuto parecchio), ma preferisco non parlarne del loro live banale che fa leva solo sulle percussioni elettroniche stile band anni 80. BAH! (e a molti sono piaciuti eh! anzi era pienissimo e tutti saltavano, boh!)

Nel frattempo abbiamo pure visto un inizio imbarazzante dei No Age, che almeno su disco sembran fichi, e sentito da lontano Switch che metteva su dischi coatti e avrebbe potuto essere potenzialmente fico. Potenzialmente fico anche il dj set italo-disco di Baldelli, Francisco, Robotnik che però non abbiamo ballato in quanto in contemporanea con quasi tutto il resto.

Il dj set di Locodice invece mi puzzava di minimal noia per coatti, eravamo entrambi stanchi e ci volevamo tenere freschi per la maratona musicale del giorno dopo! (tra due giorni ne scriverò!)

domenica 18 maggio 2008

perchè?

..si parla di alopecia tuttavia quando la caduta si intensifica fino a determinare zone più o meno ampie della testa prive di capelli.


bho, io che cazzo ne sapevo di cosa fosse "alopecia", manco me l'ero andata a cercare quando la prima notizia di un nuovo disco del mio amato menestrello yoni wolf m'era giunta sott'occhi. poi tipo leggo in giro "ohh, ma tocchiamopalle chessemetteunnomedimalattia" (no, ok, per intenderci che l'ho saputo indirettamente) e allora ho gugolato.

non voglio sapere cosa gli passasse per la testa. pero' in questo terzo disco why? (che ok, ora sono ufficialmente un trio, se non quintetto sometimes, ma PER FAVORE SMETTETE DI SCRIVERE " I WHY? " che non si puo' vedere, eddai) mettendo sul piatto le "zone vuote", le chiazze, gli spazi, i pezzi mancanti, ci racconta ancora una volta inusualmente e maledettamente intricatamente metaforicamente -ente sempre intelligentemente le sue cavolo di paranoie, dalla semprepresente ex fidanzata al pensiero quasi ossessivo della morte, l'inadattezza alla vita tutta, la paura dell'orso allo showbiz pizza, stalker's my whole style and if i get caught i'll deny deny deny, generale sfiga perenne, un certo fantasma a tre teste che esplicitamente o per vie più applicate riappare qua e la. lo adoro.
alopecia è fatto bene. alopecia è migliore del predecessore elephant ma paradossalmente quest'altro rimarrà più bello come se avesse una sorta d'esclusiva; non si puo' essere più belli, migliori sì. compresa questa cosa potete anche non capire il resto che lascero' qua scritto anche perchè non so di cosa parlo, del disco, di cose a caso, di quello che capita.

"billy the kid did what he did and he died", abbiamo mai capito veramente il motivo dello scioglimento del fantasma clouddead di cui prima accennavo? i telegrafici comunicati alla fine di "ten" m'han sempre lasciata un po' così.

yoni thinks this is our last record.
adam definitely does not.

david remains optimistic.

cosa c'era di programmato, cosa c'era di già vero in questo?
yoni ha avuto ragione, e il progetto ha smesso di esistere, forse perchè "non aveva più senso continuasse, meglio di così non avrebbe potuto fare", ma sta di fatto che i tre comunque non possano fare a meno l'un degli altri. rain goes perfect with a nosdam mixtape e le citazioni, i richiami e le collaborazioni, come nei precedenti lavori anche qui costellano l'operato. cosa accadde ai tre inquilini dell'apt. a ? il senso di solitudine che yoni sparge a iosa nei suoi pezzi è dovuto per la maggioranza alla donna che ha infranto il suo cuore o anche a questo? chi ha ucciso l'assassino, e perchè è triste?


"but i still hear your name in wedding bells", secondo me sta male da grave, eh. cosa te ha fatto sta puvera anna? vabè che magari dovevate pure sposarvi, che te quando ti svegli col muso infilato tra le sue tette ti ammazzi per sbiascicare la fatidica frase fincè morte non ci separi, vabè, è la vita ciccino mio, non sei il primo e nemmeno l'ultimo, siamo un sacco di stronzi che vengono presi e mollati, prendiamo e molliamo e non sei che una caccolina in questo universo di fintezza sentimentale, magari anche vera, non voglio sembrare agressive. adorabile anche qui, riesce a trasformare una noiosità del genere in una sorta di "questo è il caso più meritevole d'attenzione", a catalizzare, usando un solo verbo. you're mostly what i think about, ma vaaa? ed è bellissimo come in ogniddove ci sia qualche cosa da decifrare, che fa saltare nel buio dell'interno testa una lucina, un ma questo vorrà mica dire questo?, tipo questo mio link nosenseinutile:

it feels exciting touching your handwriting getting horny by reading it and repeating poor me intently staring at the picture of your feet on the sticker at the r. crumb exhibit, i wonder who's sicker

il mio linknosenseinutile mi ha subito portato a mente una cosa vista ancora almeno un anno fa: nello store del sito della anticon c'era esattamente quello sticker, con sfondo rosso e con i fatidici PIEDI. purtroppo lo sticker non è più conservato sacralmente nello store, magari yoni tiene tutti i pezzi sotto una teca di cristallo nel bagno di casa sua. cooomunque, i piedi, giusto per chi è curioso e feticista, sono questi nell'angolo in alto a destra. avete capito perchè inutile, immagino.
(ma saranno questi i piedi scandinavi?)

"tell me are you single yet / my heart's as big as texas", sfigati si nasce non ci si diventa as lifestyle. puccipoverino, come la mettiamo? ti piace una ed è lesbica, tutte le altre non ti cagano perchè vanno dietro a dose one e mo quasi ci tappetiziamo?


ma fissazioni mie a parte, come cavolo è sto disco?
eh? eh? eh? eh? [cit. coltissima]

yoni sicuro è tormentato più del solito, o forse ha deciso di darlo a vedere in un modo meno indiretto. alopecia colpisce anche per lo stupore di trovarsi di fronte ad un lavoro così "nero" (pinzeeee!), sia come suono che come lessico/semantica. una frase da puntualizzare con una come: laddove elephant eyelash accecava per lucentezza, esternazione dei fatti in modo gioioso, senza freni ed inibizioni, donando solo una lieve tonalità di malinconia alle cause più necessitanti di cio', alopecia si propone agli ascoltatori in toni più dimessi, forse pacati, pensati, direi quasi con più coerenza tra significante e significato. più triste. nella grammatica funzionale inglese, i significati testuali sono realizzati da strumenti strutturali di coesione: si arriva a parlare di tali "theme" e "rheme". ora, faro' un paragone MOLTO APPROSSIMATIVO e che non centra un cazzo, ma mi piace. [sempre parlando della lingua inglese] la sequenza in cui gli elementi compaiono in una frase non è del tutto libera, ma in parte "obbligata". qualsiasi elemento si decida di mettere all'inizio della nostra clause è il THEME della stessa e tutti gli altri elementi e il loro rispettivo ordine sono la thematic structure. ora, il theme è definito come la cosa di cui ha a che fare la nostra frase, quello che "io" decido come punto di partenza della mia frase. per tagliare breve, diciamo poi che tutto il resto (rheme) è dettato dal mio theme, per quello lo possiamo chiamare strumento strutturale. quindi tornando indietro, ascoltiamo il primo pezzo di elephant --> crushed bones, ascoltiamo il primo pezzo di alopecia --> the vowels, pt.2 : io non so per quale motivo, sti due brani mi rimandano molto l'uno all'altro (forse perchè hanno in comune la caratteristica di essere i primi pezzi? ! buah!) , ma possiamo notare abbastanza la differenza umorale tra i due: la prima slanciata verso l'alto, la seconda sempre con tiro di slancio, ma portatrice di cattivi presagi. loro sono il theme dei due dischi, fate da voi le vostre conclusioni. [/againinutilità].



alopecia in un certo senso rimanda al meno-cagato-ep del musico, EARLY WHITNEY (e voi tutti abbiatelo mannaggia, non devo dirvele ste cose), il più ombroso dei suoi lavori, dico io. lì forse questo mood emerge in maniera più "angosciata" - e non angosciosa, sia chiaro -, più malinconica ancora (ascoltate "early whitney" e "the crest", soprattutto quest'ultima). nel disco di cui più o meno tento di parlare dall'inizio del post, tutto questo c'è ma accompagnato da una consapevolezza che rende il tutto più diluito, una crescita artistica in tutti i sensi che porta ad un lavoro armoniosamente triste e compiuto. ed è qui che arrivo ad un altro punto: elephant arriva ad avere dei picchi altissimi, immensi, irraggiungibili da yoni stesso mai più, è sicuro. ma altalena, ed è il bellissimo del disco, ha dei bassi (mai bassi brutti eh) che potrebbere quasi sfigurare, è irrequieto nel senso di non lineare, scosso, incategorabilizzabile, nosense, sì nosense, pazzo e gioiamore. alopecia, già nel parlarne ti fa cambiare i toni: la qualità è ben distribuita, ti fa amare dall'inizio alla fine senza particolari salite o discese, è come gli omogeneizzati, ma solo grafologicamente. certo, i pezzi più belli degli altri ci sono, come possiamo non gridare alla meraviglia su "fatalist palmistry"? eh. ascoltiamo il disco e viviamo un po' la vita del wolf, passiamo attraverso generi e stili, dallo squisitamente pop, al rinvangamento hop, sempre accompagnati da quella voce ora parte stesse della melodia, ora elemento di disturbo, usata sempre meglio nel corso degli anni.
siccome voglio finire questo post, mentalmente mi canticchio "exegesis", e trottolatrottola, che par una giostrella che gira con lei girano le parole, quasi ipnotiche e cariche di un tono di una piattezza magistrale. If I really meant it I'd embrace a dead pet. sì? sì.

comunque per capire come sta sto poveretto che amo follemente, sentitevi "good friday", ve lo esplica tutto al meglio.

and i'll see you when the sun sets east, don't forget me.

lunedì 5 maggio 2008

Da Mystery Of Chessboxin !

Chi come me è fan del Wu-Tang Clan sa benissimo che una delle fisse del clan (in particolare di RZA e del defunto ODB) oltre al kung-fu è il gioco degli scacchi. Ma mai avrei potuto immaginare che RZA ci invitasse a giocare a scacchi su un sito apposito: WuChess.com

Come scritto sul relativo blog, WuChess è una nuova community online che combina scacchi e cultura hip-hop e che offrirà giochi dal vivo, chat rooms, tournei, lezioni e sfide. Il tutto featuring RZA and special guests.

Se vi pare strano ecco un servizio della CNN dove RZA parla di questa commistione a noi sconosciuta tra scacchi e hip-hop.

Io non ho mai giocato a scacchi nonostante il mio bisnonno sia stato MAGISTERO DI SCACCHI (ho il diploma appeso in camera da pranzo con tanto di firma del Re d'Italia, mica catzy!!), magari ora inizierò! Dato che l'anno scorso mi sono iscritto a kung-fu grazie al Wu-Tang e sono diventato un gran fico, ora magari mi metto a giocare a scacchi sempre grazie al Wu-Tang così divento pure intelligente! eeEeeeh!

sabato 26 aprile 2008

Le Migliori Canzoni Del Mondo 001 - New Grass

Oggi inauguriamo una nuova rubrica: Le Migliori Canzoni Del Mondo. E' roba seria e professionale: si presenta l'autore, si riassume la canzone, la si ascolta.

Presentiamo il gruppo di oggi, autore della canzone che andremo ad ascoltarci adesso:

Salve mi chiamo Talk Talk vi ricorderete di me per successi synth-pop come It's My Life e per il fatto che sono evoluto in un gruppo capace di fare musica immensa, sospesa, leggera e pesante, fatta di Tappeti Eterei e tanti altri ossimori e parole roboanti finto-ricercate. Io Talk Talk ho fatto la canzone di nome New Grass.

-qual'è la tua canzone preferita? -nessuna, ma so che New Grass è la canzone più bella che sia mai stata fatta


giovedì 24 aprile 2008

ma solo a me Pills dei Primal Scream fa pensare ai Beastie Boys clamorosamente in acido?

ascoltatela per trenta sec.!

Jamie Lidell We LUV U !!!

Tra pochissimi giorni (precisamente il 28 Aprile) uscirà nei negozi Jim il nuovo album di quel gran simpagenio di Jamie Lidell! (il è sito top) Nonostante l'album si trovi in rete da più di un mese ancora non ho ascoltato questo nuova fatica di Jamie. DeerDì però mi ha spiegato che l'album è composto da canzoni soul/r'n'b fine anni '60 proprio come Multiply in cui però vengono eliminate quasi del tutto quelle follie sonore che rendevano Multiply quel capolavoro che è! CHE PECCATO! , ho pensato.

Ieri però leggevo sul Mucchio una bella intervista dove Lidello spiega in maniera molto spigliata e sincera perché Jim è così normalizzato rispetto ai suoi lavori passati (pensate pure alle avantguardiefunk elettroniche dei SuperCollider) e mi ha piuttosto convinto. Jamie dice che essendo abituato a sperimentare durante i suoi live (e chi li ha visti sa di cosa è capace con solo voce e loop e fantastici accrocchi vari pilotati via midi) potrebbe farne mille l'anno di cd strambi, ma lui si è scocciato e vuole avvicinarsi alla gente vuole fare canzoni vere. Si è circondato di gente brava che suona e compone con lui e insomma per lui è una nuova sfida e si sente più realizzato così... magari per noi è meglio Multiply giusto ibrido tra la sperimentazione odierna e la Stax/Motown più bella... poi Jamie per far capire di come si sia scocciato di certa elettronica conclude: Cancella l'intervista. Io esco un attimo, mi faccio il taglio di capelli fico, poi torno dentro, rifacciamo l'intervista e parliamo con entusiasta ottusità di quanto sono belli e fichi gli anni 80. Avrai l'artista di elettronica perfetto, e saremo tutti contenti.

Come posso non amarlo uno che dice ste cose? Ben venga sto Jim che non sarà innovativo non sarà un capolavoro, ma sicuramente sarà pieno di classe e ben suonante e mi metterà di buon umore.

Ascoltiamoci Jim!

mercoledì 23 aprile 2008

azzurro, il pomeriggio è troppo azzurro.. ovvero anche: canzoni italiane all over the world.

quando durante una lezione di finlandese la professoressa propone di ascoltare delle canzoni in lingua con testo sotto mano, bene ottimo è un'idea carina e utile, poi s'accende lo stereo ed inizia "maledetta primavera", è un'emozione grandissima, poi propone di riascoltarla cantandola, e bhè, che ve lo dico a fare.

aikuinen nainen mä oon
en enää eksy maailman tuuliin
liittomme vahvistukoon
tahtoisin jatkaa
hyvin alkanutaa matkaa
kun aika vaikeudet tiellemme tuo
onnesta me teemme suojaavan muurin
voima tää rakkaus suo
onnemme kestää
minkään emme anna estää
paljosta luovun jos saan luonain pitää sun

en vapauttas tahdo riistää
tahdo en itsenäisyyttäsi kiistää
suo tarvitsen sydänystäväksi
aikuisen naisen
kaiken me jaamme
toisiamme tukekaamme
aikuinen nainen tuntee arvon rakkauden

selkääni käännä mä en
onnestani taistelen enkä pelkää
toisista huolehdi en
kestämme paineet
meitä ei kaada laineet
tuulilta suojaan sinut vien
jos viedä saan

en vapauttas tahdo riistää
tahdo en itsenäisyyttäsi kiistää
sua tarvitsen sydänystäväksi
aikuisen naisen
kaiken me jaamme
toisiamme tukekaamme
aikuinen nainen tuntee arvon rakkauden

sua tarvitsen sydänystäväksi
aikuisen naisen
kaiken me jaamme
toisiamme tukekaamme
aikuinen nainen tuntee arvon rakkauden


anche se la traduzione non centra una mazza con il testo originale, e il titolo "aikuinen nainen" vuole dire una cosa tipo donna adulta mestruata. domani una mia compagna di corso vuole portare un disco di un non so che gruppo metal from finland (io non so perchè mi ricordo una sorta di mefist qualcosa, ma non è sicuramente così) e non nascondo di sentirmi vittima di una descriminazione musicale e non solo che mi esclude da qualsiasi conversazione tra compagni di corso. procurarsi bollettino della repubblica tolkeniana.

e se io portassi i
Paavoharju?





martedì 22 aprile 2008

fluffy fluffy flù!

non ci si puo' credere! noi sì.

ne avevamo il sentore - diciamolo - da almeno un qualche tot.
la situazione è la stessa di: quando esci di casa in un giorno imprecisato tra novembre e dicembre, fai qualche passo osservando il paesaggio attorno e di botto pensi "CAVOLI SA DI NATALE!", perchè effettivamente l'aria sa un sacco di natale. il tutto intercambiabile anche con "sa di befana!", e a volte "sa di pasqua!", ma quest'ultimo decisamente molto meno. pero' se non siete abituati il consiglio è di provare con la befana, non dovrebbe essere una cosa autoindotta ma vabè, solitamente è il sentoreodore più forte, sostanzialmente perchè un odore di bruciato misto inizio gennaio, e fidatevi che è piuttosto marcato.
e questo blog arriva a scossa come uno di questi odori, che un po' lo sai ma quando lo senti ti viene porprio da dire ad alta voce "CAVOLI SA DI NUVOLA!".

i creatori di questo blog,
io
e lui
dei quali aggettivazione viene declinata nei più svariati casi del "pirka", vi promettono di mantenere alto il livello di nuvolosità di codesto blog. it's all about tante cose, ma soprattutto random.

per i nostri fedeli lettori finlandesi, ecco la traduzione:

kesä on suomessa noin kolme kuukautta: kesäkuu, heinäkuu ja elokuu. kesällä on "CAVOLI SA DI NATALE" lämmin ja aurinko paistaa. kesällä yö on lyhyt. pohjois-suomessa ei ole: yötä; aurinko paistaa ja on valoisaa koko päivän. kesällä "CAVOLI SA DI NUVOLA!" on vihreää.

aurinko paistaa a tutti !