domenica 22 giugno 2008

Dissonanze ‘08 Parte Seconda – Cronache Dall’Eur

Nella prima parte del reportage su Dissonanze mi chiedevo –a che serve parlare di un evento ormai così lontano? NON LO SO! Però mi va di scriverne. Perché è stata una bella esperienza e la voglio condividere con voi, o miei discepoli!

Il secondo giorno inizia subito alla grande con il concerto dei Cluster, storico duo tedesco anni ’70 dedito a roba elettrokrauta gustosissima! Prendo posto in un Aula Magna ancora mezza vuota (o anche mezza piena) e dopo poco salgono sul palco due vecchietti che con grazia e tranquillità iniziano a manipolare mille aggeggi elettronici, pilotando la sala dell’auditorium verso un trip cosmico di suoni, melodie e drones. Ho chiuso gli occhi e mi sono lasciato sospendere nello spazio creato dai Cluster, mentre questi alternavano momenti caotici e primordiali a melodie celestiali risultando mai noiosi e facendomi viaggiare come poche volte mi era capitato in un concerto. Roba che azzera ogni Murcof del mondo, tant’è che finiti i Cluster mi riprendo un attimo dallo stato di semi-sonno e snobbo il talentuoso, ma soporifero, messicano perché su in terrazza sta per iniziare The Bug (il progetto grime/dubstep di Kevin Martin, mica coriandoli e barbiturici!) dove mi aspetta anche d. !!

Senza tanti preamboli The Bug è stata una delle cose più fiche di questo Dissonanze e quasi tutti quelli che l’hanno visto ne sono diventati fan, proprio come mi era accaduto quando lo vidi nel 2003. Per questo vi recupero dal mio primo naifblog la descrizione del live di The Bug:
ecco inizia The Bug, progetto di Kevin Martin inglese dedito ad industrial-dub e noise, che stasera proporrà la sua versione del dub-ragga dancefloor. Il risultato è un ritmo spezzato che ti cade addosso come un macigno, bassi così distorti e caldi da sciogliere le pareti, vocalist/toaster indiavolato... insomma la devastazione totale!!!!


Bene adesso siamo nel 2008 e uno dei generi più hype è il Dubstep, io nel 2003 inconsapevolmente avevo assistito ad un set grime/dubstep senza sapere che roba fosse, quando si usava solo (e almeno in Italia pochissime volte) la parola grime… ora magari pensate che The Bug nel 2008 sia qualcosa di meno sorprendente ed esaltante, invece no! Spacca lo stesso! Anzi! Spacca il doppio dato che ora va in giro con due vocalist, un uomo e una donna (Warrior Queen), che aggiungono molta più varietà e colore al tutto e magari perdendo un po’ la parte sperimentale ci si guadagna in quella di ballo e divertimento. Così io e d. e anche altra gente attorno ci siamo messi a ballare su quelle strane panche di cemento che stanno al centro della terrazza saltando come dei tamarri. Insomma Kevin Martin uber alles!!

Finito il set non ricordo se io e d. siamo rimasti in terrazza o siamo scesi, in ogni caso dopo poco abbiamo ripreso posto proprio in terrazza per uno degli eventi più grandi di Dissonanze ovvero Brasilintime! Una mega jam tra due storici batteristi jazz-rock brasiliani (Ivan “mamao” Conti e Joao “comanche” Parahyba) due dj super virtuosi (J-Rocc degli xcutioners e Dj Nuts) e il genio del’hiphop contemporaneo il produttore/rapper/etc. Madlib! La cosa bella è che stasera come ospite speciale ci sarebbe stato nientepocodimenoche il re del ritmo afrobeat lo storico batterista di Fela Kuti: TONY ALLEN! Insomma un delirio ritmico.



Il primo a salire è Dj Nuts che intrattiene il pubblico mettendo di tutto, dagli ’60 ad oggi passando per ogni cosa in cui ci fosse del soul o del funk (pure roba italiana ’70), per dare tempo di sistemare il palco. Dopo un attesa ormai estenuante ecco che salgono a turno i due batteristi brasiliani, J Rocc e Madlib (non ricordo in che ordine) ed iniziano ad improvvisare ritmi impossibili da suonare a cui non si può resistere. Da qui in poi, anche se spesso lo sguardo si ferma a vedere le prodezze dei batteristi, le gambe non smettono più di muoversi. E’ un vortice di beat e di groove di tutti i tipi e quando dico tutti i tipi intendo proprio TUTTI. L’interazione tra i dj, i suoni matti di Madlib e i batteristi si affina sempre di più, formando un corpo più unitario e sensato. Proprio nel momento di maggior affiatamento sale sul palco Tony Allen che prende posto in una batteria che si trova proprio nel lato del palco dove sto io! Così rimango ipnotizzato dal suo drumming torrenziale, sempre elegante e leggero, ma tribale e rutilante. I ritmi diventano ancora più rocamboleschi e potenti con J Rocc che spesso va ad incitare il pubblico e il pubblico che in massa risponde! E ritmi ritmi ritmi e ad un certo punto non ce la facciamo più! Io e d. ci ritiriamo dietro per vederci il bis da lontano sorseggiando un po’ di birra e preparandoci per il prossimo grande evento, giù al Salone Della Cultura suoneranno i Model 500 di Juan Atkins colui che inventò la techno!

Quando arriviamo nel mega salone Erol Alkann (eroe del mash-up) sta mettendo gli ultimi due pezzi, roba potente, per un dj set che credo mi farebbe piacere poter ballare un giorno! Finito il set il Salone per fortuna si svuota del vario coattume che ovviamente stava ballando prima al suo interno. Così possiamo prendere posto al centro e goderci l’orchestra techno di Juan Atkins! La parola orchestra non è usata a caso dato che sul palco si presentano in quattro ognuno alla presa con uno strumento analogico (niente pc) Juan alle line di basso, vocoder e arpeggi Mad Mike Banks alle tastiere e altri due negrophuturo stupendi di cui non ricordo il nome che curavano aspetto ritmico e mixing! Non so bene come descrivervi lo show se non con parole come Detroit, techno-soul, e i Kraftwerk techno. Suonavano pezzi veri e propri nessun megamix, quindi pause tra una canzone un'altra con parlati incitanti e (per me) commoventi del grande Atkins. Si alternavano canzoni electrobreakbeat con vocoder e piani jazzati a pezzi dritti con pad da autostrada del phuturo. Si c’era il sapore retrò della prima techno, ma non è stato un revival patetico visto anche come ben ha reagito il pubblico delle prime file. Insomma si è assistiti ad un pezzo di storia della musica dance, altro che minimalnoia!

Ma non finisce qui, nonostante sia io che d. abbiamo ormai le chiappe e i piedi a pezzi (fra le altre cose degli imbecilli-fattoni hanno avuto la simpatica di idea di pestare il pollicione a d.) decidiamo di resistere per il dj set finale di tutto Dissonanze: CARL CRAIG! Un altro vero negrofuturo della techno e dell’house che non potevamo perderci! Il salone della cultura si riempie fino all’inverosimile e Craig accontenta tutti con un dj set scuro e potentissimo (come va di moda dire oggi: che legna!) impreziosito da suoi interventi vocali fomentanti e da squarci ambient che creavano una tensione malata sfociante in beat ancora più massicci. I ricordi si fanno confusi perché la stanchezza era tanta, ma ricordo benissimo un momento tesissimo, senza cassa, tirato fino allo spasimo così che quando è ripartito tutto il pezzo tutto l’Eur stava per implodere!!!

I raggi del sole filtrano dentro le vetrate del Salone ci sentiamo soddisfatti e decidiamo che la missione era stata compiuta! Si torna a casa distrutti, con il set di Craig ancora non concluso, ma felicissimi di un edizione di Dissonanze che finalmente pare scrollarsi di dosso con decisione la nomea da evento per fattoni che si era fatto il festival negli ultimi anni, riuscendo ora a coniugare in maniera migliore ritmi ed avanguardie elettroniche.

venerdì 20 giugno 2008

ant-shirt

un titolo dalla dubbia simpatia, solo per mostrarvi con orgoglio la mia nuova canotta fattami stampare in una stamperia in via marsala a bologna, con prezzi ottimi e qualità altrettanta.



insomma, un giorno dalla newsletter anticon venni a sapere che v'era un contest per trovare la nuova maglia ufficiale dell'etichetta. tralaltro come lauta ricompensa offrivano una cosa come tot cd e tot vinili dal catalogo, inutile dire che mi sono arricciata all'istante. subito ne parlai ad un ragazzo sfizzeroh bravo in queste cose che fece il suo lavoro.. dopo parecchio tempo dall'invio, non vedendo nessuna news a proposito sul sito, scrissi a mr. hiphop (ebbene, sì). alla mia domanda "avete trovato un vincitore?" mr. hiphop mi rispose: "non abbiamo ancora trovato nessuna maglia che ci soddisfi", allora ho stretto i tempi e me la sono fatta fare per conto mio. è bellissima, anche se la scritta mi scompare sotto le tette quando sono in piedi. ( o ) ( o ) , queste sono per te, mr.HH.

domenica 8 giugno 2008

le migliori canzoni del mondo #002



perchè di un disco come Rounds dell'adorabile Kieran Hebden mi sento di poter eleggere l'ultima traccia, Slow Jam, come meritevole di entrare in questa nostra rubrichetta?
come se non fosse una scelta ardua: dei dieci pezzi ognuno avrebbe la potenzialità di essere a turno la canzone preferita dell'album, e forse sta anche qui il trucco.
volevo provare a spiegare una cosa, arrivarci chiudendo il cerchio è una realizzazione con un senso.
le sensazioni provate durante l'ascolto di un disco solitamente sono una cosa molto personale, ed è insindacabile; finire (nella visuale di chi l'ha fatto) un disco facendo provare esattamente in un sol pezzo tutto quello che si è ascoltato precedentemente, rientra sempre sì nella schiera delle sensazioni personali provate da qualcuno, ma è anche per l'altro 50% strettamente legato al contenuto effettivo del disco. in Slow Jam c'è tutto Rounds, dovessero mai chiedermi "com'è questo disco?" e mi trovassi senza il tempo e la voglia di rispondere, direi semplicemente "è Slow Jam".
perchè è il Four Tet dei suonini, dei taglia e cuci e -per versi- della leggerezza, questo, prima di volersi riscattare dalla parte di folkinotronichino con le allucinazioni più geometriche del successivo (sempre bellissimo! oh, ma sbagliasse qualcosa!) Everything Ecstatic.
in Slow Jam gli arpeggi di chitarra, le lucine sotto forma di suono, la felicità e la malinconia/tristezza sono un tutt'uno a formare una chiusura da non toccare. da ammirare e continuare ad ascoltare, perchè dopo la chiusura (del disco, che è stato esattamente quello che si sta ascoltando ora), quello che viene dopo è come un giorno appena iniziato, aperto, siano le nove di mattina o le dieci di sera.

pensavo che avrei potuto scrivere semplicemente due righe due, imputanto il motivo della mia scelta allo squekke! della paperetta giocattolo che la primaprima volta non te l'aspetti, e provi a toglierti le cuffie dalle orecchie per capire da dove il suono provenga. vabè, pazienza.



curiosità: questa canzone è stata usata per un commercial della nike nella campagna del 2001. non riesco a trovarlo, se mai qualcuno lo rintracciasse, lo segnali! graz!

venerdì 6 giugno 2008

Dinosaur Jr live @Circolo degli Artisti, Roma

DINOSAUR GIUGNO


Ok dai non ce la faccio a non parlarne.

J Mascis orrendo mezzociccione coi capelli sbiancati, Murph 45enne USA a torso nudo, Lou Barlow inaspettato pischello hardcore ed unico "bello".

I tre salgono e attaccano subito con Feel The Pain. Ora ok già sapevo che facevano anche i pezzi anni '90 (quelli senza Barlow), ma WAAAH! Che ficata di inizio! I feel the pain of everyooone, then i feel nothing... frustrazione e sfoghi.

Dopodiché attaccano con una delle mie preferite di sempre Out There da Where You Been (per me il più bell'album dei Dino anni '90). E' li che preso dall'euforia vado verso le transenne di un Circolo pienissimo! Purtroppo mi ritrovo in mezzo a un pubblico un po' del cazzo che pogava male e a caso. Lo faceva pure durante gli assoli coatti e interminabili di Mascis. Certe volte mi ci buttavo pure nel pogo, con lo scopo di fare del male ai fessi, ma non sentivano niente allora ritornavo nello scomodo ruolo di molla/respingitore di fessi.

Tranne quest'inconveniente il concerto, come avrete potuto intuire, è stato veramente esaltante. Mascis in mezzo a tre stack di Marshall enormi che sparava la sua chitarra a tutto volume e che comunicava solo suonando la sua chitarra da vero metallaro introverso qual' è. Murph quadrato e utile nel dividere Mascis da un Lou fichissimo ed hardcore con basso sotto le ginocchia che oscilla, mentre lui lo sgratuggia con mosse tipo braccio che gira. Ad ogni urlo di Lou il cuore sobbalza.

Stupenda Just Like Heaven, bellissimo il bis con Mascis che presa un altra chitarra ottiene un suono migliore e più pastoso che ha permesso la riuscita spettacolare di the Wagon e Freak Scene. Altri momenti epici una Yeah We Know quasi sludge, Little Fury Things assordante vortice e poi una divertentissima Been Here All The Time il singolo del riuscito reunion album The Beyond.

La fine è scontata: si esce dal concerto con le orecchie fischianti (sei amplificatori marshall a palla mica ti lasciano indenne), sudati e provati.

Insomma:

SAPIDO RuUOCK!!!


Disclaimer:

Le foto fatte non so dove ma non al Circolo, sono le uniche belle che ho trovato e sono tutte opera del tipo che gestisce questo bel blog.

giovedì 5 giugno 2008

part of the weekend never dies, 1 giugno .

intervengo in questo mio blog a metà solo per evitare che vada alla deriva, visto che il socio in affari non s'affretta a scrivere la seconda parte del resoconto dissonanze. tzè ! e se puo' essere lecito chiedere "embè, perchè non lo fai te?", la risposta è semplicemente che lui lo farebbe mille volte meglio e noi per voi vogliamo solo il meglio. vi va?

domani devo ripartire per bolobologna, ho già posticipato di un giorno la partenza per poca voglia e tempo infame, ma la situazione ancora non sembra cambiare. il mio ritorno a jesolo in parte è stato anche dovuto per non mancare ad un atteso appuntamento FIZZO ENTERTAIMENT! yeh ! gli eventi al faro li amo sempre ed incondizionatamente, e questo turno toccava ai belgi fratelli Dewaele, noti a noi tutti come Soulwax. la cornice del giardinetto del Terrazzamare , bel locale (lo adoroh!) al faro di Jesolo, ha ospitato un live carichissimo e appetitoso dei due, che oltre a rivisitazioni di pezzi dei loro precedenti, hanno spiattellato per noi danzatori pazzi alcolici (ssssìììì!) perle d'amore varie in salsa electro per farci sculettare a più non posso. esemplificativo puo' essere un mio essemesse mandato al detentore dell'altro 50% di codesto spazio: "yeeeeeeeeeeeeeeeh qui è bello robot rooooock yeh !", decisamente in preda ad alterazioni alcoliche (ma nemmeno troppo, la fortuna è che ero borderline da quattro giorni, prezzi assurdi della gran minchia "così modificati in occasione del concerto"). i Nostri dal vivo, non c'è che dire, sanno tenere impegnati i presenti, tutto sommato carino assai anche se non ne sono impazzita del tutto, ragionamenti a mente riposata. punto debole della serata il delirio di zanzare che hanno banchettato con noi tutti, ed io ancora non dormo la notte in preda a dolori e pruriti, le mie gambe ora orgogliosamente possono sfoggiare bozzi rossi ovunque contornati da graziosi ematomi neri. alla fine di tutto (PRESTISSIMO! ORE 22.30/23.00) in teoria dev'esserci stata la proiezione del filmdocumentario Part Of The Weekend Never Dies, curato da Saam Farahmand e dagli stessi Soulwax. ma io non lo so perchè..

.. perchè io dico maaaaa .. continuiamo !

io che sono una ragazza mai stanca e facile da spostare (novvero!) dopo essermi fata una corsa in scooter dietro al miglior ragazzo del mondo - zozze - ed una bevuta con tanto di bottiglia in pezzi sui miei piedi (ovviamente non avevo scarpe MA sandali) in piazza mazzini, ecco che con valeria (mia ecs coinquilina a padova, lo so che non ci frega, ma mi passo il tempo a scrivere intanto) mi avvio in bicicletta verso il MURETTO, discoteca di punta conosciuta da chi loves to dance abbastanza ovunque, per il set dei fratelli in veste 2ManyDj's, loro vestaglia dancefloor. arrivo li già in preda ai crampi essendo la ruota davanti della mia bicicletta estremamente bucata, sorpassiamo con gran classe la folla ammassata davanti alle recinzioni e entriamo con il nostro bel invito omaggio, tsktsk. ora non mi dilunghero' come il nostro nonnino giuliano veronese, che per tot tempo infinito ci ha propinato le sue housettinenoia, e passero' subito alla pazzia belga, passiamo ! insomma, i 2manydj's col trash amano andarci a braccetto e lo fanno senza timori, e te ti ritrovi in mezzo a tutta questa trashaggine e pensi che sia bellissimo. anzi, pensi che è bellissimo, in quanto il trash fa sbagliare i congiuntivi. per non dilungarmi [pt.2] vi dico: CHE CONFUSIONE, SARA' PERCHE' TI AMO!, e poi cassa dritta dal nulla; tutto random, solo che poi cominciano le cose tipo i remix brutti degli hot chip e allora ti senti un po' sconsolato. balli comunque come uno scemo, ma il mood è antalenante tra il "oddio è troppo pacchiano" e il "evviva, è così pacchiano!". quindi nel totale, medi e divertenti da morire. lo so, voglio racchiudere in un sol giudizio due pareri opposti, ma vedete che mi riesce ? lo so.

.. così forse tengo impegnati un pochino i tappeti eterei in attesta della garbamaffia to rule the entire world. (modo senza senso per dire, magari prima o poi ce lo posterà questo finale di resoconto!)

io ho un po' di cose da mettere giù per bene, soprattutto ho una gran voglia di parlare un po' dei SUBTLE e delle cose assurde che vi si celano dietro, grazie alla mente di un tale schizoide named Dose One. ho anche un altro progetto in caldo, che vi metterà a conoscenza della mia vera essenza. (sì, sono una frikkettona spirituale quando parlo così).