Il secondo giorno inizia subito alla grande con il concerto dei Cluster, storico duo tedesco anni ’70 dedito a roba elettrokrau

Senza tanti preamboli The Bug è stata una delle cose più fiche di questo Dissonanze e quasi tutti quelli che l’hanno visto ne sono diventati fan, proprio come mi era accaduto quando lo vidi nel 2003. Per questo vi recupero dal mio primo naifblog la descrizione del live di The Bug:
ecco inizia The Bug, progetto di Kevin Martin inglese dedito ad industrial-dub e noise, che stasera proporrà la sua versione del dub-ragga dancefloor. Il risultato è un ritmo spezzato che ti cade addosso come un macigno, bassi così distorti e caldi da sciogliere le pareti, vocalist/toaster indiavolato... insomma la devastazione totale!!!!
Bene adesso siamo nel 2008 e uno dei generi più hype è il Dubstep,

Finito il set non ricordo se io e d. siamo rimasti in terrazza o siamo scesi, in ogni caso dopo poco abbiamo ripreso posto proprio in terrazza per uno degli eventi più grandi di Dissonanze ovvero Brasilintime! Una mega jam tra due storici batteristi jazz-rock brasiliani (Ivan “mamao” Conti e Joao “comanche” Parahyba) due dj super virtuosi (J-Rocc degli xcutioners e Dj Nuts) e il genio del’hiphop contemporaneo il produttore/rapper/etc. Madlib! La cosa bella è che stasera come ospite speciale ci sarebbe stato nientepocodimenoche il re del ritmo afrobeat lo storico batterista di Fela Kuti: TONY ALLEN! Insomma un delirio ritmico.

Il primo a salire è Dj Nuts che intrattiene il pubblico mettendo di tutto, dagli ’60 ad oggi passando per ogni cosa in cui ci fosse del soul o del funk (pure roba italiana ’70), per dare tempo di sistemare il palco. Dopo un attesa ormai estenuante ecco che salgono a turno i due batteristi brasiliani, J Rocc e Madlib (non ricordo in che ordine) ed iniziano ad improvvisare ritmi impossibili da suonar

Quando arriviamo nel mega salone Erol Alkann (eroe del mash-up) sta mettendo gli ultimi due pezzi, roba potente, per un dj set che credo mi farebbe piacere poter ballare un giorno! Finito il set il Salone per fortuna si svuota del vario coattume che ovviamente stava ballando prima al suo interno. Così possiamo prendere posto al centro e goderci l’orchestra techno di Juan Atkins! La parola orchestra non è usata a caso dato che sul palco si presentano in quatt

Ma non

I raggi del sole filtrano dentro le vetrate del Salone ci sentiamo soddisfatti e decidiamo che la missione era stata compiuta! Si torna a casa distrutti, con il set di Craig ancora non concluso, ma felicissimi di un edizione di Dissonanze che finalmente pare scrollarsi di dosso con decisione la nomea da evento per fattoni che si era fatto il festival negli ultimi anni, riuscendo ora a coniugare in maniera migliore ritmi ed avanguardie elettroniche.